Internet 2004Calvo, Ciotti, Roncaglia, Zela
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Temi e percorsi

Internet per lo studio e per la didattica

Internet è ormai entrata - in una forma o nell'altra - non solo in moltissime case ma anche nella maggior parte delle scuole, di ogni ordine e grado, e in tutte le università. Tuttavia, la consapevolezza della possibile utilità degli strumenti di rete nel processo didattico, e soprattutto la presenza di strumentazioni informatiche effettivamente adeguate e delle competenze necessarie al loro migliore impiego, rappresentano fattori ancora critici nella grande maggioranza delle situazioni.

La potenziale utilità della rete per lo studio e la didattica è veramente difficile da negare: proviamo ad elencare, in maniera certo disordinata, sommaria e incompleta, solo alcuni fra gli usi possibili:

  • la possibilità di realizzare un sito d'istituto o di progetto permette alla scuola di offrire a docenti, studenti e famiglie servizi nuovi, e di migliorare le modalità di erogazione di servizi tradizionali; trasforma inoltre la vecchia realtà del giornalino scolastico in uno strumento ad alta visibilità, facile da realizzare e in grado di includere informazione multimediale;
  • la dimensione multimediale della rete e degli strumenti informatici utilizzati per la navigazione, oltre a rivelarsi particolarmente vicina al mondo esperenziale degli studenti, facilita l'interazione fra materie diverse e diversi argomenti di studio;
  • la sterminata quantità di informazione disponibile in rete può ampliare in maniera decisiva (anche se certo non sostituire) le risorse informative di qualunque biblioteca d'istituto, in qualunque materia;
  • la rete costituisce poi - come vedremo - un ricchissimo serbatoio di software didattico e di strumenti educativi;
  • sono inoltre disponibili su Web risorse specifiche destinate all'aggiornamento professionale dei docenti, e alla loro interazione anche attraverso forme di comunità virtuale;
  • la possibilità di comunicazione globale rende facile stabilire contatti con classi, scuole e paesi lontani, e può sia portare alla realizzazione di progetti didattici comuni, sia dare allo studio delle lingue straniere una dimensione nuova, quotidiana e divertente;
  • l'uso di Internet si rivela inoltre - per il forte interesse delle giovani generazioni verso la rete - uno degli strumenti migliori per introdurre gli allievi al mondo dell'informatica e dei nuovi media, la cui conoscenza è ormai fondamentale per l'ingresso nel mondo del lavoro;
  • l'educazione a distanza (sulla quale torneremo in chiusura di questo capitolo) si basa ormai largamente sull'uso di strumenti di rete, che - essendo fruibili in ogni momento e con analoghe modalità sia in classe sia a casa - permettono una migliore integrazione con l'educazione in presenza;
  • anche in Italia, i vari organi preposti alla definizione e al coordinamento delle politiche educative del paese - a partire dal Ministero dell'Istruzione - utilizzano ormai Internet come strumento privilegiato per la diffusione di informazioni e notizie.

Le possibilità appena ricordate sono solo alcune fra le molte delle quali si potrebbe parlare. Eppure, se si parla dell'uso di Internet in un contesto scolastico o comunque educativo, emergono spesso perplessità e resistenze, alcune delle quali meritano senz'altro di essere considerate. In particolare, si osserva spesso che:

  • proprio per la vastità dell'informazione disponibile, che - come abbiamo visto parlando di ricerca in rete - può spesso presentarsi come poco omogenea e disorganizzata, l'uso della rete può finire per disorientare lo studente (e il docente), anziché aiutarlo;
  • è spesso difficile stabilire il grado di affidabilità dell'informazione reperita in rete, col rischio di fornire informazioni erronee o di parte;
  • inoltre, sulla rete sono facilmente reperibili tipologie di informazione inadatte a un pubblico giovane e immaturo: l'esempio più citato (ma non necessariamente l'unico) è fornito dai siti pornografici;
  • gli insegnanti non hanno la preparazione necessaria ad aiutare gli studenti nella navigazione in rete; il fatto stesso che in alcuni casi gli studenti possano avere in questo campo delle capacità migliori di quelle dei loro insegnanti può portare a indebolire il ruolo del docente;
  • gli studenti tendono a utilizzare il Web come serbatoio per il reperimento e lo scambio di ricerche, temi, esercizi risolti, e cioè come uno strumento per aggirare o evitare lo studio individuale;
  • le scuole non dispongono dei fondi e delle attrezzature necessarie ad allargare l'uso della rete all'intero corpus studentesco (e spesso neanche all'intero corpus docente).

È chiaro che, prima di poter considerare brevemente gli enormi vantaggi che l'uso di Internet in ambito scolastico può comportare, occorre affrontare queste obiezioni. Il primo dato da rilevare è che, quand'anche i problemi appena ricordati comportassero la necessità di evitare o limitare fortemente l'uso di Internet da parte degli studenti, almeno all'interno del contesto scolastico (cosa che, è bene anticipare subito, non crediamo affatto), essi certo non implicano che Internet non debba essere utilizzata dagli insegnanti: al contrario, è evidente che l'insegnante deve essere in grado, per svolgere al meglio il proprio compito, di discriminare fra fonti informative diverse e valutarne rilevanza e attendibilità. La possibilità di incontrare in rete informazione considerata per qualunque motivo 'inadatta' ai più giovani non dovrebbe poi costituire un problema per gli insegnanti, che si suppongono adulti e maturi. Né si capisce come gli insegnanti possano affrontare, attenuare e in qualche caso magari addirittura capovolgere quel 'gap' generazionale di competenze in campo informatico e telematico che ne metterebbe in pericolo il ruolo e l'autorità, se non attraverso l'acquisizione delle competenze in questione, che passa necessariamente attraverso la familiarizzazione con la rete e la pratica del suo uso. Restano certo problemi gestionali e logistici, ma l'impegno esplicito - anche se talvolta un po' 'di facciata' - di tutti gli ultimi governi (indipendentemente dal loro orientamento politico) per l'espansione dell'uso delle risorse informatiche e telematiche in ambito didattico mostra che il superamento di tali problemi è divenuto ormai una priorità per il sistema educativo nazionale.

Gli insegnanti, dunque, hanno bisogno di Internet. E, nell'utilizzarla, troveranno che la rete può aiutarli notevolmente, sia nella preparazione delle lezioni, sia nel campo della formazione permanente e dell'aggiornamento, sia nel contatto con altre esperienze e con altri progetti didattici, sia, infine, in aspetti non marginali della loro attività quali il disbrigo di pratiche burocratiche e l'acquisizione di informazioni su temi quali le assegnazioni di cattedre, i concorsi e i trasferimenti, la formazione delle commissioni d'esame, la definizione dei contratti di lavoro, le problematiche sindacali.

E per quanto riguarda gli studenti? Siamo convinti che, per quanto alcune delle obiezioni sopra ricordate non manchino di un qualche fondamento, la disponibilità di un accesso alla rete, a scuola, anche per gli studenti, costituisca un passo essenziale sia per migliorare la qualità della formazione sia per collegarla più efficacemente al contesto culturale e sociale. La navigazione su Internet può essere dispersiva, ma la capacità di fornire agli studenti strumenti per reperire, selezionare, organizzare e valutare l'informazione, in un mondo in cui la quantità di risorse informative disponibili e la loro eterogeneità sono cresciute in maniera esponenziale, non può ormai non costituire una priorità anche per il mondo della scuola. Molto meglio educare a questa varietà - e ai problemi che essa comporta - piuttosto che rimuoverla artificialmente.

Certo, gli studenti hanno spesso la tendenza ad utilizzare le fonti di rete in maniera totalmente acritica, come serbatoio di ricerche ed esercizi preconfezionati. E tuttavia, a ben guardare, i docenti dotati di una qualche preparazione nel campo delle ricerche in rete dispongono di armi per contrastare queste forme di uso improprio di Internet, e addirittura per trasformarle in qualche caso in occasione di consapevolezza critica. È infatti abbastanza semplice 'testare' un elaborato o un compito prodotto da uno studente inserendone qualche parola o una breve frase su un motore di ricerca come Google. Un test non sempre sufficiente a smascherare ogni 'plagio via rete', ma spesso utile: si potrà restare sconcertati dal numero di volte in cui questo controllo fornirà esito positivo. In questi casi, più che una semplice sanzione repressiva (o accanto alla sanzione) potrà essere utile cercare di sviluppare nello studente la consapevolezza della differenza fra la ricerca, il reperimento e la valutazione di fonti informative diverse da un lato, e il plagio letterale e acritico di una di esse dall'altro. L'insegnante potrà far rilevare che il plagio letterale di testi reperiti in rete è in molti casi assai facile da smascherare, e potrà far notare la delicatezza del processo di valutazione critica delle risorse reperite: gli studenti ricorrono spesso (attraverso uno dei tanti siti che raccolgono questo tipo di materiali) a tesine e lavori di altri studenti, non di rado a loro volta di debolissimo impianto e spesso ricchi di errori e imperfezioni. Rilevare e documentare questi errori contribuirà a far capire allo studente che non tutto quel che si trova in rete va considerato affidabile, e che anche nella sua versione telematica copiare il lavoro degli altri costituisce una soluzione assai poco efficace ai problemi dello studio.

Quanto alla preparazione degli insegnanti, si tratta certo di un problema di grande rilievo, affrontato più volte, in molteplici sedi e attraverso un ventaglio assai ampio di posizioni e di proposte. Non vi è dubbio che la situazione italiana in questo campo sia ancora fortemente carente, e che vi sia, in questo, anche una responsabilità precisa del nostro sistema educativo, a partire da quello universitario. Tuttavia, va anche ricordato che l'addestramento all'uso e alla padronanza delle nuove tecnologie ha sempre una fortissima componente di lavoro (e motivazione) individuale. Non si tratta di scaricare sul docente l'intera responsabilità della propria 'formazione tecnologica' - mossa che sarebbe evidentemente poco produttiva, oltre che sbagliata - ma di sollecitarlo ad agire anche individualmente: le nuove tecnologie 'non mordono', l'apprendimento per tentativi ed errori non è sempre il più veloce ma in genere - soprattutto in campo informatico - produce risultati duraturi ed efficaci, le librerie e la rete sono piene di manuali e risorse di tutti i tipi atti ad introdurre in maniera per quanto possibile piana e agevole tematiche anche complesse. Molto può essere fatto anche attraverso l'uso individuale di programmi didattici per computer, e non è ormai difficile trovarsi accanto, anche nel mondo scolastico, colleghi più preparati ai quali chiedere aiuto e suggerimenti.

Certo, tutto questo non può bastare, e non può scaricare il mondo scolastico e universitario dal compito fondamentale di 'formare i formatori'. Ma, senza la spinta rappresentata dalla curiosità e dall'iniziativa individuale, la sfida in questo campo sarebbe persa in partenza: spesso è la natura stessa degli strumenti che si vuole imparare a conoscere, a richiedere una familiarizzazione e un addestramento anche autonomo e individuale. In alcuni casi, questo può comportare per l'insegnante investimenti di tempo e denaro non indifferenti. La scuola dovrà trovare il modo di riconoscere e incentivare questi investimenti individuali, e dovrà fornire un contesto nel quale inserirli e coordinarli, in modo da evitare la dispersione e il disorientamento: si tratta di un compito del quale è difficile sopravvalutare l'importanza. Dal canto nostro, non possiamo che raccomandare all'insegnante di fare questi investimenti: difficilmente se ne pentirà.

In secondo luogo, occorre sollecitare non solo i singoli docenti, ma anche gli istituti a informarsi, seguire, sfruttare il più possibile le iniziative di formazione disponibili, a cominciare da quelle previste dal Ministero e da strutture come IRRSAE e Università. Il ruolo che in questo contesto possono avere i singoli istituti scolastici è fondamentale, anche per la larga autonomia che è ormai loro riconosciuta. Per gli istituti non si tratta più solo di fare da 'cinghia di trasmissione' di informazioni provenienti dall'alto, ma anche di muoversi autonomamente per sollecitare, spingere alla partecipazione e se del caso organizzare o coordinare direttamente iniziative di formazione dei propri docenti. Naturalmente, è importante che questo accada non in maniera spontaneistica e disorganizzata ma seguendo modelli precisi e ragionevolmente uniformi. Fra i siti che segnaleremo, molti dedicano pagine al problema della formazione e dell'aggiornamento degli insegnanti, e permettono di seguire le molteplici iniziative organizzate in questo settore.

Abbiamo accennato, fra le possibili obiezioni all'uso di Internet in ambito scolastico (ma lo stesso discorso si potrebbe fare, più in generale, per quanto riguarda l'uso didattico delle nuove tecnologie), a uno dei temi 'classici' del dibattito sulla formazione dei docenti: il 'gap' di competenze che può a volte sussistere fra studenti e docenti, a tutto favore dei primi. Un gap che ha portato molti a rilevare come nel campo delle nuove tecnologie possa molto spesso accadere che siano i docenti a dover imparare dagli studenti, e non viceversa. Il ruolo (e l'autorità) dell'insegnante non ne risulteranno inevitabilmente indeboliti?

È inutile negare che in alcuni casi questo possa essere vero. Riteniamo però che occorra guardare a questa prospettiva, che spaventa (a torto!) molti insegnanti, cum grano salis. Innanzitutto, va notato che le competenze degli studenti all'interno della classe restano comunque di norma assai differenziate. Alcuni studenti possono avere una particolare familiarità con Internet e con i nuovi media, ma molti altri non ne avranno alcuna. L'insegnante non si trova dunque davanti a una situazione in cui dover abdicare al proprio ruolo a favore di una generazione compatta di 'piccoli mostri' tecnologici, ma in una situazione in cui poter sfruttare nel lavoro didattico quotidiano, a vantaggio proprio ma anche del resto della classe, le eventuali competenze specifiche già acquisite da alcuni dei propri allievi, per promuovere una formazione che riguarda comunque tutti i partecipanti al dialogo didattico.

Questa situazione dovrà essere gestita con saggezza, trasformandola in una occasione di apprendimento collaborativo, e tenendo sempre presente che le competenze degli allievi, pur essendo talvolta assai sviluppate, possono essere 'poco meditate': sarà allora il docente che potrà spingere alla riflessione e all'inquadramento di competenze prevalentemente pratiche all'interno di un contesto più complesso e generale. Occorrerà anche guardarsi dal rischio di scambiare la padronanza dello strumento tecnologico utilizzato per l'apprendimento, con la padronanza degli argomenti trattati.

Se bene affrontata, dunque, la situazione in cui si 'impara dagli studenti' (e perché non si dovrebbe? Forse che il dialogo didattico e l'attività di insegnamento non costituiscono in ogni caso una occasione di formazione continua per il docente?) si trasforma in una situazione in cui si impara con gli studenti. Una situazione che, lungi dallo svuotare di significato la figura del docente, gli può offrire al contrario - e lo diciamo per esperienza diretta - particolari soddisfazioni.

Resta da discutere un'ultima, delicata questione, quella della presenza in rete di informazione 'vietata ai minori', talvolta particolarmente spiacevole, o addirittura illegale. La scuola non dovrebbe avere l'obbligo di impedire l'accesso a informazione di questo tipo, anche a costo di rinunciare, tout court, ai possibili benefici derivanti dall'uso didattico di Internet?

Si tratta certo di problemi reali, ed è indubbio che una certa vigilanza sia opportuna. Vorremmo però raccomandare anche una buona dose di pragmatismo. Gli studenti hanno mille occasioni, nel mondo che li circonda, per 'navigazioni' spesso ben più pericolose di quelle sulle pagine di un sito pornografico, e d'altro canto il divieto e la sanzione in questi casi possono poco, da un lato perché entrano in conflitto con la natura di risorsa informativa generale propria della rete, dall'altro perché da sempre il fascino del proibito tende ad incentivare piuttosto che disincentivare i comportamenti che si vorrebbe sanzionare. La scuola può certo cercare di scoraggiare usi poco opportuni della rete, sia attraverso la presenza - più che la censura - degli insegnanti, sia, se proprio lo si ritiene opportuno (dal canto nostro confessiamo di non amare molto questo approccio), attraverso l'installazione di prodotti software che blocchino la navigazione su alcuni fra i siti dal contenuto meno accettabile. Alla pagina http://www.slais.ubc.ca/people/faculty/haycock/publications/99Filters.html troverete una discussione interessante (anche se un po' datata) sui vantaggi e gli svantaggi di questo tipo di strumenti, mentre il sito http://www.saferinternet.org/, nato dal Safer Internet Action Plan promosso dalla Commissione europea, offre un gran numero di risorse dedicate all'argomento, inclusa - alla pagina http://www.saferinternet.org/filtering/filters.asp - una rassegna assai completa dei principali pacchetti software utilizzabili per il filtraggio dei siti. Dovendo selezionare uno strumento di 'protezione' consigliamo comunque di orientarsi verso programmi compatibili con la tecnologia PICS (Platform for Internet Content Selection) definita dal W3 Consortium, di cui abbiamo già parlato nell'ambito della discussione sulla dimensione sociale di Internet, nella sezione dedicata a 'Internet per bambini'. Riteniamo però che sarebbe sbagliato limitare più di tanto l'uso - anche libero - di Internet da parte degli studenti: una scuola che affrontasse l'educazione degli studenti alla rete preoccupandosi principalmente di come esercitare uno stretto controllo censorio non renderebbe un buon servigio né ai propri allievi, né alla società.

Alcune risorse in rete su scuola e didattica

Ma cosa si può trovare concretamente su Internet di utile al lavoro quotidiano di un insegnante o di uno studente? È arrivato il momento di soffermarsi brevemente su alcune delle risorse che la rete mette a disposizione in questo settore. Naturalmente, la nostra rassegna non potrà essere in alcun modo esaustiva, sia per la varietà delle risorse esistenti, sia per l'inevitabile differenza fra le necessità degli insegnanti e degli studenti inseriti in cicli e percorsi didattici diversi. Per questo motivo, cercheremo anche in questo campo di indicare da un lato alcune metarisorse, dall'altro alcune iniziative che ci sembrano particolarmente rappresentative o indicative delle potenzialità della rete.

Il primo sito da segnalare, per quanto riguarda le risorse italiane in rete, è sicuramente quello del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Recentemente rinnovato nella struttura e nella grafica, questo sito (all'indirizzo http://www.istruzione.it/) ospita informazioni di interesse didattico (fra le quali quelle relative al settore della innovazione tecnologica), notizie sulle attività di formazione e aggiornamento del corpo docente, materiale normativo e circolari varie, informazioni pratiche come le notizie sulle graduatorie, su assegnazioni e trasferimenti e sul contratto nazionale di lavoro, strumenti software legati all'attività didattica e amministrativa delle scuole, il sottosito Studenti On-line dedicato agli studenti, e molto altro ancora. A partire dal 2001, il sito offre anche un servizio di posta elettronica, con l'assegnazione ai docenti e dirigenti scolastici che ne facciano richiesta di un indirizzo di posta elettronica nell'ambito del dominio 'istruzione.it'. La registrazione, gratuita, richiede la compilazione di un questionario e l'autorizzazione del proprio dirigente scolastico. Il controllo della posta può avvenire attraverso un normale programma client o attraverso un sistema di Web mail. Ancora sul sito del Ministero dell'Istruzione, alla pagina http://www.istruzione.it/ innovazione/ didattica/ catalogo.shtml, si trova il catalogo nazionale dei prodotti multimediali realizzati dalle scuole. Un indirizzo autonomo ha invece il Servizio di osservatorio tecnologico per la scuola (http://www.osservatoriotecnologico.it/), che offre utilissime informazioni su servizi e convenzioni relative agli acquisti di software, alle reti locali, al collegamento delle scuole a Internet. Lodevolissima l'attenzione che questo sito dedica, da alcuni mesi a questa parte, all'uso in ambito scolastico di software open source.

In rete sono anche i siti di molti uffici scolastici regionali (potete raggiungerli dalla pagina http://www.istruzione.it/ direzioni_regionali/ direzioni.shtml) e di molte sedi IRRSAE (Istituti Regionali di Ricerca, Sperimentazione e Aggiornamento Educativi; un elenco è all'indirizzo http://www.istruzione.it/ altrisiti/ linkirrsae.shtml).

Un altro sito che merita senz'altro attenzione è quello dell'INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione per l'Innovazione e la Ricerca Educativa: http://www.bdp.it/): oltre all'informazione su numerosi progetti didattici italiani ed europei (a cominciare dal progetto Socrates), il sito consente l'accesso a banche dati bibliografiche e di materiali multimediali per la didattica, e a notiziari e raccolte di link. Il sito dell'INDIRE ospita anche Punto.edu (http://puntoedu.indire.it/), ambiente integrato per la formazione in rete realizzato nell'ambito del Piano nazionale di formazione degli insegnanti sulle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. L'Istituto per le Tecnologie Didattiche del CNR di Genova gestisce invece da tempo il sito Essediquadro (http://sd2.itd.ge.cnr.it/), vastissima banca dati di software didattico e pedagogico per le scuole.

Il sito dell'INVALSI (Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell'Istruzione - http://www.invalsi.it/) ospita materiali e informazioni relative all'autovalutazione delle scuole.

Il progetto 'Internet Scuola', nato diversi anni fa grazie a un accordo fra il Ministero dell'Istruzione e l'ENEA (Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente), è stato uno dei primi siti italiani dedicati al mondo della scuola. Ospita un vasto archivio che raccoglie le iniziative nella rete di moltissime scuole italiane. L'indirizzo è http://www. internetscuola.net/.

Spazio a sé meritano anche le pagine sul mondo della scuola realizzate da TIN, il provider di casa Telecom. L'indirizzo è http://webscuola.tin.it/. Si tratta naturalmente di un sito 'sponsorizzato', ma la ricchezza di materiali e informazioni è notevole. Fra l'altro, il sito ospita forum tematici sulla didattica, seminari on-line, sezioni specifiche dedicate a docenti, dirigenti scolastici e al lavoro di classe, e una raccolta di risorse e materiali didattici su numerosi argomenti (da Dante all'Amleto, dai Fenici ai Quark).

Anche il portale del gruppo l'Espresso-la Repubblica, Kataweb, offre una sezione specifica dedicata alla scuola: si chiama LaFragola (http://www.lafragola.kataweb.it/), e permette alle scuole impegnate nella lettura in classe del quotidiano «la Repubblica» la realizzazione di giornalini Web.

Un altro sito 'sponsorizzato' di estremo interesse è quello realizzato dalla casa editrice Garamond con la comunità Atlante (http://www.garamond.it/), che raccoglie corsi on-line di buona qualità, forum e materiali didattici. Buona parte delle offerte del sito è a pagamento, anche se di norma a portata delle finanze non sempre floride dei docenti italiani. Altre due comunità didattiche assai frequentate sono quelle che si raccolgono attorno alle riviste in rete Educazione & Scuola (http://www.edscuola.it/) e Sophia (http://www.sophia.it/). Una ricca raccolta di materiale normativo, organizzata in una vera e propria banca dati, è poi presente, assieme a notizie di ogni genere, sul sito della rivista La tecnica della scuola, all'indirizzo http://www.tecnicadellascuola.it/.

Numerosissimi sono anche i siti che fanno capo ad associazioni di docenti (ad esempio il CIDI, http://www.cidi.it/), o a sindacati nazionali e di base (i relativi indirizzi Web sono reperibili partendo dalla pagina http://www.istruzione.it/altrisiti/linkscuola1.shtml). Un sito ricchissimo che nasce dalla collaborazione volontaria di molti insegnanti è Didaweb, all'indirizzo http://www.didaweb.net/. Le sue liste di discussione sono fra le più attive e utili, e vedono la partecipazione di migliaia di docenti. Frutto diretto del lavoro di un gruppo di insegnanti impegnati nel settore della multimedialità e dell'educazione a distanza è anche il sito Docenti.org (http://www.docenti.org/).

Esperienze interessanti sono fornite anche da numerose iniziative a livello locale, spesso basate su consorzi di istituti scolastici che si collegano con partner esterni e con amministrazioni locali per offrire servizi legati all'uso delle nuove tecnologie nella didattica. Citiamo come esempi i casi del Consorzio Gioventù Digitale (http://www.gioventudigitale.net/) a Roma, e del Consorzio Hermes (http://www.hermescuole.na.it/) a Napoli.

Un progetto certamente interessante per gli insegnanti, in grado di far apprezzare le potenzialità didattiche dell'integrazione fra media diversi, è rappresentato da 'Mosaico - Una mediateca per la scuola'. Si tratta di un'iniziativa promossa da RAI Educational all'epoca della direzione di Renato Parascandolo. Attraverso un apposito sito Internet, all'indirizzo http://www.mosaico.rai.it/, è possibile consultare una vera e propria banca dati di unità didattiche audiovisive realizzate dalla RAI. Un modulo presente sul sito permette agli insegnanti di richiederne la messa in onda nell'ambito della programmazione quotidiana dei canali televisivi satellitari di RAI Educational; i programmi trasmessi possono essere registrati nelle scuole e utilizzati nel corso delle lezioni. Sempre sul sito di RAI Educational sono ancora disponibili i materiali (compreso il video completo delle dieci puntate) del corso di aggiornamento per insegnanti sull'uso didattico delle tecnologie multimediali Multimediascuola (http://www.educational.rai.it/ corsiformazione/ multimediascuola/), svoltosi nell'anno scolastico 2000-2001 e al quale in forme diverse hanno collaborato anche gli autori di questo volume.

Per concludere questa panoramica sulle risorse italiane dedicate al mondo della scuola e della didattica, è utile anche ricordare - accanto alla sezione 'Università' del già citato sito del Ministero - almeno due siti specificamente dedicati al mondo universitario: la banca dati dell'offerta formativa universitaria, all'indirizzo http://offertaformativa.murst.it/corsi, che permette di consultare l'intera offerta di corsi di studio presso tutte le università statali, e il sito dell'iniziativa CampusOne (http://www.campusone.it/), che coordina le attività di una serie di corsi di laurea 'di eccellenza' in diverse università italiane.

Se dalla situazione italiana passiamo a quella europea, vanno citati almeno il sito dell'European Schoolnet, progetto di raccordo tra i ministeri della pubblica istruzione di numerosi paesi europei, all'indirizzo http://www.en.eun.org/, Eurydice, rete informativa sull'educazione in Europa, all'indirizzo http://www.eurydice.org/, il Thematic Network of Teacher Education in Europe, all'indirizzo http://tntee.umu.se/, e - dalla Commissione Europea - il sito Ploteus, portale delle opportunità di apprendimento nello spazio europeo, all'indirizzo http://www.ploteus.net//, e il sito del Direttorato Generale per l'educazione e la cultura, all'indirizzo http://europa.eu.int/comm/education/.

Fra i moltissimi link di oltreoceano che si potrebbero segnalare, ci limitiamo a ricordare l'Educational Resources Information Center, all'indirizzo http://www.eric.ed.gov/‚ il sito del Dipartimento all'educazione statunitense, all'indirizzo http://www.ed.gov/, il vero e proprio 'portale scolastico' di Education World, all'indirizzo http://www.education-world.com/, e il sito Web66 dell'Università del Minnesota, all'indirizzo http://web66.umn.edu/, al cui interno trovate il più vasto elenco mondiale di scuole presenti in rete (Italia compresa) e numerosissime altre risorse, fra cui una 'macchina virtuale' (una Mustang!) per accompagnare gli insegnanti all'esplorazione degli usi didattici della rete. Dedicato agli studenti, e in particolare a quelli più piccoli, è il divertente sito Funschool, all'indirizzo http://www.funschool.com/. Infine, un esempio interessante di uso didattico della rete da parte di un giornale è fornito dal New York Times, che all'indirizzo http://www.nytimes.com/learning/ propone un sito dedicato a insegnanti, genitori e studenti, che offre materiali didattici direttamente connessi alle notizie di attualità del quotidiano. Un insegnante vi può trovare, ad esempio, proposte di articolazione in unità didattiche di un argomento di attualità, informazioni multimediali e strumenti bibliografici di approfondimento, per realizzare lezioni che partano da articoli del giornale, e ne approfondiscano e analizzino il contenuto. Subito dopo gli attentati dell'11 settembre, e in seguito durante i conflitti in Afghanistan e in Iraq, questo sito ha messo a disposizione agli insegnanti di tutto il mondo la raccolta forse più obiettiva e articolata di materiali didattici dedicati alla lotta al terrorismo e all'attualità internazionale.

Se i siti dei quali ci siamo occupati finora sembrano interessare innanzitutto i docenti, non mancano certo risorse nate in primo luogo per gli studenti. Per quanto riguarda il nostro paese, lo stesso sito del Ministero dell'Istruzione, alla pagina http://www.istruzione.it/studenti/, ne segnala diverse. Difficilmente troverete però sul sito del ministero l'indicazione del popolarissimo sito Studenti.it (http://www.studenti.it/), che ha ormai ogni anno fra i propri vanti l'inserimento in rete a tempo di record di tracce e svolgimenti degli scritti dell'esame di Stato, e ospita sterminate raccolte di appunti e tesine (spesso discutibili dal punto di vista qualitativo), chat e forum molto frequentati, consigli e indicazioni sulle principali sedi e i principali corsi universitari. E ancor più difficilmente troverete su siti istituzionali l'indicazione della miriade di siti e sottositi, ben noti agli studenti di ogni ordine e grado ma di livello qualitativo generalmente infimo, dedicati allo scambio di appunti e tesine: un esempio significativo fin dal titolo, e per di più basato sul perniciosissimo meccanismo del pagamento attraverso un programma dialer, è quello di Appunticopiati (http://www.appunticopiati.com/). Consigliamo, anche per la salute del vostro portafoglio, di evitare con cura siti del genere.

Di migliore fattura e tutto dedicato agli Esami di Stato è il sito http://www.matura.it/, mentre destinato agli studenti universitari è il sito http://www.university.it/, anch'esso dotato di una vera e propria banca dati di appunti di lezioni, a disposizione per lo scambio fra i frequentatori del sito.

Figura 86
Figura 86 Non è proprio un sito didattico, ma è senz'altro uno dei siti più popolari (soprattutto fra gli studenti): Studenti.it

Didattica a distanza

Resta da dire qualcosa su quella che è per certi versi la modalità più avanzata di uso della rete a scopi didattici: la didattica a distanza via Internet.

La didattica a distanza non nasce certo con l'informatica: corsi di istruzione e formazione per via postale esistono da più di un secolo, e già negli anni '50 molto lavoro si è concentrato sui progetti di educazione a distanza attraverso l'uso della televisione. In Italia, un'esperienza di grande rilievo in tal senso è stata la famosa serie televisiva Non è mai troppo tardi, condotta negli anni '60 dal maestro Alberto Manzi, che ha contribuito all'alfabetizzazione di base di decine di migliaia di persone. E, per citare solo una delle più importanti fra le moltissime esperienze estere, a partire dal 1969 in Inghilterra la Open University (http://www.open.ac.uk/) ha esplorato tutte le strade della didattica a distanza, integrando corsi a dispense e su audio e videocassette con trasmissioni radio e televisive, l'uso degli strumenti postali e, da qualche anno, anche di quelli telematici.

Proprio l'esperienza della Open University può dire qualcosa sul rilievo che possono avere gli strumenti dell'educazione a distanza per la società: più di due milioni di iscritti, 200.000 dei quali studenti attivi (circa 40.000 dall'estero), un numero maggiore di quello di qualunque altro istituto di istruzione secondaria o universitaria del Regno Unito.

Non vi è dubbio che la diffusione di Internet (e dunque il settore dell'on-line learning o formazione in rete) apra all'educazione a distanza (distance learning) strade e possibilità del tutto nuove. Innanzitutto, rende possibile la formazione di vere e proprie comunità didattiche, mentre tutti gli altri strumenti (dispense, audio e videocassette, trasmissioni radio e televisive) riuscivano al più a stabilire un canale di comunicazione (ad esempio postale o telefonica) fra docenti e discenti, ma lasciavano in genere questi ultimi nell'impossibilità pratica di comunicare fra loro, condividere e discutere problemi ed esperienze. In sostanza, la didattica a distanza attraverso la rete rende possibili forme di apprendimento collaborativo, che sappiamo essere un aspetto fondamentale della didattica in presenza.

Ma la possibilità di lavoro didattico collaborativo non riguarda solo gli studenti: la teledidattica facilita infatti l'interazione anche fra docenti e centri didattici, magari distribuiti sul territorio o addirittura su scala internazionale. È così possibile, ad esempio, prevedere all'interno di un corso, accanto al corpus docente 'stabile', l'intervento a distanza di 'docenti ospiti'.

La formazione in rete permette inoltre notevoli vantaggi ed economie di scala anche nella distribuzione e nell'utilizzazione degli strumenti di sussidio alla didattica: per fare solo un esempio, la consultazione a distanza di biblioteche, audio e videoteche può permettere sia a centri educativi distribuiti sul territorio, sia ai singoli docenti e discenti di utilizzare in qualunque momento risorse essenziali al loro percorso di apprendimento, in maniera semplice e immediata e senza necessità di spostamenti fisici.

L'uso degli strumenti informatici a fini didattici, con la connessa applicazione dei concetti di ipertesto e ipermedia, facilita la creazione di itinerari di studio personalizzati, rendendo lo studente molto più autonomo nella scelta, nella graduazione e nel controllo del proprio percorso di apprendimento. La telematica allarga ulteriormente questa possibilità, dato che gli itinerari didattici proposti possono essere utilizzati dovunque e collegati direttamente a risorse e materiali esterni. La scelta ormai abituale della rete Internet come strumento privilegiato per la comunicazione didattica a distanza permette, fra gli altri vantaggi, di inserire i contenuti didattici all'interno di un ambiente informativo aperto: in ogni momento lo studente ha la possibilità di affiancare e integrare ai contenuti specifici del corso che sta seguendo altre informazioni tratte dalla rete.

L'educazione a distanza per via telematica può utilizzare sia strumenti di comunicazione asincrona, sia strumenti di comunicazione sincrona. Nel primo caso, l'interazione degli studenti fra loro e con i docenti avviene sfruttando la posta elettronica, o appositi sistemi di messaggistica come le liste o i newsgroup, mentre i contenuti didattici possono essere in rete, ad esempio sotto forma di pagine Web. Nel secondo caso si possono utilizzare strumenti quali stanze chat e videoconferenze, eventualmente integrati da una lavagna condivisa (si tratta di una 'lavagna virtuale' disegnata sullo schermo del computer, sulla quale gli utenti connessi possono tutti scrivere o disegnare: le modifiche effettuate sulla lavagna di uno dei computer collegati vengono automaticamente trasmesse alle lavagne degli altri) e da archivi nei quali depositare - sotto forma di file - documenti, dispense, materiali multimediali. È ormai relativamente semplice realizzare su Web anche strumenti di autovalutazione, ad esempio questionari interattivi e simulazioni.

Ovviamente, i risultati migliori si ottengono con progetti educativi che utilizzino un ventaglio differenziato di strumenti, scegliendo di volta in volta quelli più adeguati ai contenuti didattici e agli obiettivi che si vogliono raggiungere. Sempre più spesso questi strumenti sono integrati in vere e proprie piattaforme didattiche (denominate Learning Management Systems, o LMS41), che oltre a offrire in tutto o in parte le funzionalità sopra ricordate, relative prevalentemente ai contenuti didattici e agli strumenti per la loro fruizione, consentono di registrare gli utenti del sistema (docenti e discenti), personalizzare i contenuti, tenere traccia dei corsi seguiti e degli argomenti completati, generare automaticamente report statistici. Il mercato ne propone diverse, con un'offerta che va da sistemi complessi e sofisticati - ma spesso anche piuttosto costosi - a soluzioni più semplici (completamente gratuita, ma al momento in cui scriviamo ancora in versione beta, è una piattaforma open source tutta italiana: Spaghettilearning, all'indirizzo http://www.spaghettilearning.com/). All'interno dei questi sistemi i contenuti didattici sono di norma articolati in maniera modulare, sotto forma di learning objects, e uno dei settori di maggior interesse nel campo della didattica a distanza è proprio quello delle modalità per la costruzione e descrizione di learning objects che, oltre a risultare didatticamente funzionali, possano essere facilmente 'scambiati' fra un sistema e l'altro.

Le risorse disponibili in rete sul tema della didattica a distanza e della didattica on-line sono numerosissime, e nel poco spazio a nostra disposizione in questa sede qualunque elenco rischia di risultare seriamente incompleto. Le indicazioni che seguono hanno dunque più lo scopo di fornire qualche esempio e suggerire qualche sito di orientamento, che quello di proporre una rassegna sistematica ed esaustiva (in particolare, rinunciamo programmaticamente al compito di fornire link ai mille corsi e master sulla formazione a distanza o basati sull'uso di strumenti di formazione a distanza attivati da università pubbliche e private).

A livello europeo, il punto di riferimento più importante è costituito dal sito Elearningeuropa.info, promosso dalla Commissione Europea, all'indirizzo http://www.elearningeuropa.info/; la sezione E-learning directory di tale sito comprende link a tutte le principali risorse europee del settore. Per quanto riguarda l'Italia, ricca di notizie e segnalazioni è la webzine Elearningtouch (http://www.elearningtouch.it/), nata da un gruppo di corsisti del master dell'Università di Firenze. Un'altra blogzine utile, orientata prevalentemente alle piattaforme didattiche, è EduBlogIt (http://www.edublogit.org/). Il centro di servizio per le tecnologie e la didattica universitaria multimediale e a distanza dell'Università di Milano gestisce il sito Elearning 1.0 (http://elearning.ctu.unimi.it/), webzine dedicata alla segnalazione di eventi e risorse nel settore della didattica on-line. Risorsa ampiamente 'sponsorizzata', ma da segnalare anche perché patrocinata dal Ministero dell'Istruzione, è il sito dedicato dalla Microsoft alla formazione in rete degli insegnanti: l'indirizzo è http://www.apprendereinrete.it/. È invece la Erickson a sponsorizzare Form@re (http://www.formare.erickson.it/), newsletter sulla formazione in rete diretta da Antonio Calvani. Di origine aziendale, con alle spalle un discreto numero di scuole di formazione, è il portale E-school (http://www.e-school.it/); il sito Learning on Line (http://www.lol.it/) offre corsi di formazione universitaria e professionale a distanza.

Non bisogna comunque pensare che l'uso delle reti telematiche renda automaticamente obsoleti altri, più tradizionali mezzi di trasferimento di contenuti didattici. Ad esempio, strumenti di rete e televisione possono bene integrarsi, come mostrano le esperienze della già citata Open University e, in Italia, l'esperienza del consorzio Nettuno (Network per l'università ovunque). Quest'ultimo offre veri e propri corsi universitari a distanza e dispone di ben due canali satellitari digitali dedicati alla trasmissione delle lezioni, affiancati non solo da dispense e videocassette tradizionali, ma anche da un sito Internet (http://nettuno.stm.it/) che ospita, fra l'altro, lo streaming video di alcune delle lezioni. Un altro esempio interessante è dato dalla già ricordata trasmissione Mosaico di RAI Educational (http://www.mosaico.rai.it/), che trasmette contenuti didattici su richiesta dei singoli docenti. Questi contenuti possono essere registrati e inseriti nella mediateca della scuola, ed essere integrati, da parte del docente, nella normale lezione in presenza. Va tenuto presente, a questo proposito, che la diffusione della televisione digitale permetterà di utilizzare lo strumento televisivo non solo per trasmettere video, ma anche per trasmettere documenti, materiali multimediali e soprattutto software: si può dunque prevedere che anche le trasmissioni digitali via satellite costituiranno un canale di crescente importanza per i progetti di educazione a distanza.

Figura 87
Figura 87 Esempio di funzionalità offerte da una piattaforma didattica: statistiche sul lavoro on-line e sui risultati conseguiti nei test da parte di un utente

Un accenno, per concludere, alle prospettive aperte all'educazione a distanza dal decreto Moratti-Stanca del marzo 2003, che indica criteri e procedure per l'accreditamento dei corsi di studio a distanza offerti da università pubbliche e private. Il decreto si pone correttamente l'obiettivo di indicare standard tecnologici e qualitativi, strumenti e modalità per l'erogazione di questo tipo di corsi, ma - nell'aprire indiscriminatamente all'erogazione di corsi universitari a distanza da parte di qualunque soggetto pubblico e privato che rispetti le specifiche indicate - rischia di trasformarsi in uno strumento di ulteriore indebolimento del sistema universitario pubblico, sottovalutando il fatto che l'educazione a distanza non è necessariamente alternativa e concorrenziale rispetto all'educazione in presenza. Al contrario, i risultati migliori si ottengono spesso integrando i due momenti, ed è proprio al sistema universitario pubblico che sarebbe naturale e opportuno affidare in primo luogo il perseguimento di questa integrazione. Occorre insomma guardarsi dal rischio di trasformare il circuito dell'educazione a distanza in un supermercato costoso e tecnologicamente patinato, nel quale sono in vendita contenuti educativi e scientifici tutti orientati a una pretesa 'spendibilità pratica' sul mercato del lavoro, ma lontanissimi dal mondo della ricerca e dalle pratiche, dai problemi, dalle discussioni che rappresentano l'effettivo stato dell'arte, a livello nazionale e internazionale, delle materie trattate. A nostro avviso è il rafforzamento - e non l'indebolimento - del sistema universitario pubblico, anche nel settore delle nuove tecnologie e della didattica a distanza, che costituisce la premessa per la creazione di un'offerta didattica articolata, aperta certo a iniziative private, ma capace di rispettare elevati standard qualitativi anche nei contenuti didattici, e non solo nelle tecnologie utilizzate per erogarli.

Figura 88
Figura 88 La pagina di accesso alle esercitazioni on-line nel sito del consorzio Nettuno

Note

  1. (torna) Si parla talvolta anche di Managed Learning Environment (MLE) e - per quanto riguarda le risorse on-line - di Virtual Learning Environment (VLE).
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