Monimo di Siracusa
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Filosofo di Siracusa, allievo del Cinico Diogene di Sinope; fu anche autore di poesie e di un trattato Sugli appetiti. Visse tra il IV ed il III secolo a.C. Riportiamo per intero quanto di lui cita la fonte Diogene Laerzio nelle Vite:

"Monimo, discepolo di Diogene, nacque a Siracusa; secondo Sosicrate fu al servizio di un banchiere di Corinto. Presso costui veniva frequentemente Seniade, quello che aveva comprato Diogene e raccontando la virtù dell'uomo nei fatti e nelle parole, suscitò in Monimo un sentimento di amore per Diogene. Allora Monimo si finse pazzo e gettava via le monete e tutto il denaro che era sulla tavola del banchiere, finché il padrone lo licenziò: così egli immediatamente si dedicò a Diogene.
Seguì molto da vicino anche il cinico Cratete ed ebbe i suoi stessi propositi: a tanto maggior diritto il padrone credeva che fosse pazzo. Conquistò una tale reputazione, che il comico Menandro ne fece menzione. Infatti in una commedia, Il palafreniere, così parla di lui:
- O Filone, Monimo era certo un uomo saggio, ma un po' meno famoso.
- Quello che portava la bisaccia?
- Non una, ma tre bisacce. Quell'uomo però non pronunziò, per Zeus, sentenza simile a quella famosa 'Conosci te stesso', né altre proverbiali, ma ben oltre andò quel sudicio mendico, proclamando che è vano ogni umano pensiero.
Monimo fu uomo di estrema gravità: disprezzò la gloria, cercò soltanto la verità. Fu autore di brevi poesie, quasi scherzi, in cui scorreva però una vena sottile di serietà. Scrisse, inoltre, due libri: Sugli impulsi ed un Protrettico".
(Vite dei filosofi; a cura di M.Gigante; op. cit.).

Fin qui godiamo di Diogene Laerzio per questa bella pagina. Diciamo bella perché nel leggere di questi individui che, in preda ad un furore di grossa intensità, lasciano il benessere per ricoprirsi di polvere e vivere nella più completa incertezza del domani, mai si prova disprezzo. Istintivamente tutti, o quasi, rispettiamo tale scelta, come se avessimo il dubbio che la vita che normalmente e socialmente e legittimamente perseguiamo, sperando nel benessere non sia del tutto la migliore.

 

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