Andrea di Palermo
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Ne parla di lui solamente Ateneo. Visse nel III secolo a.C. e la sua fu attività di storico. Compose, in almeno 33 libri, il saggio Storia Siciliana; si trova nei Deipnosofisti anche l'indicazione di uno studio Sulle superstizioni popolari (312; e) di un Andreas, forse lo stesso detto di Palermo, autore del saggio storico sudetto, dove le città siciliane vengono descritte singolarmente (634; a; op. cit.).

Ateneo cita Andrea per la sua osservazione circa il sambucos, strumento musicale con quattro corde, ma anche macchina da guerra per l'esercito assediante:

"essa era condotta sin sotto le mura nemiche da due navi; poi va detto che venne denominata sambuca, in quanto una volta innalzata, assieme alla nave che la sosteneva come una scala, in qualche modo rassomigliava alla sambuca strumento musicale".

E' il solo uomo di formazione culturale classica, del quale abbiamo trovato tracce, proveniente dalla costa settentrionale dell'isola. Ciò a testimoniare della ricchezza di contenuti che la contiguità dei rapporti tra la Sicilia orientale e la Magna Grecia ha comportato. Palermo venne fondata dai Fenici ed ebbe vita come semplice centro commerciale in mano ai mercanti Cartaginesi. I centri di influenza cartaginese, più volte in lotta cogli eserciti dei tiranni siracusani ed agrigentini - vale ricordare il fondamentale risultato ottenuto dopo la battaglia di Imera avvenuta nel 480 a.C. dai siciliani - non godranno mai dell'apporto culturale ellenico. La città frontiera, colonia greca, tra le due zone di influenza fu la florida, "palmosa", Selinunte IMG, la quale venne appunto assalita e distrutta dai punici. Dopo pochi anni toccherà a Dionisio I ingaggiare diverse e vittoriose battaglie contro i Cartaginesi tra il 400 ed il 374 a.C. Dopo la caduta di Dionisio II e l'intervento in Sicilia del corinziano Timoleonte - anch'egli batterà i Cartaginesi - sarà Agatocle che porterà la guerra ai perenni nemici sin sul suolo d'Africa alla testa di una flotta. Dopo il posteriore intervento di Pirro in difesa di Messina, ai Cartaginesi rimarrà la rocca di Erice e lo sbocco al mare di Marsala. Nel 264 a.C. toccherà poi ai Romani risolvere le controversie di natura commerciale iniziando la prima guerra punica contro gli africani. Sarà quindi Roma a fare di Panormus una propria colonia, poi saccheggiata dai barbari nel V e nel VI secolo d.C. Sarà coi Bizantini e cogli Arabi che Palermo coprirà un proprio ruolo politico nelle vicende isolane, con parecchi secoli di ritardo quindi rispetto alle rigogliose città nate per volontà ellenica in Sicilia. Ed abbiamo ripetuto ciò ricollegandoci, quasi in fine, al tema del volume seguente questo: Autori della Sicilia Romana e Bizantina.

 

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