E' il primo storico della Sicilia - a differenza di Ippi
- nato nell'isola da discendenti dorici, e scrisse in dialetto ionico. E' del V secolo
a.C. e lo possiamo ricavare direttamente dalla sua prima opera Sicilia, in nove
libri, che inizia con notizie sul mitico re dei Sicani Cocalo, ed è
aggiornata all'anno 424 a.C., anno del risolutivo congresso delle città siceliote alla
fine di un periodo di rivolte contro gli invadenti colonizzatori di varie stirpi Greche,
iniziate con l'azione del principe siculo Ducezio. Il
congresso si tenne a Gela al termine dell'ultimo tentativo di riscossa dei nativi alla
colonizzazione. Nei pressi di Palagonia (Naftìa) Ducezio, dopo le sofferte conquiste di
Morgantina, di Etna-Inessa (un centro vicino Paternò) e Motyon venne sconfitto dai
siracusani ed esiliato a Corinto nel 446.
E' da considerare in ogni caso che una colonizzazione in Sicilia va intesa non come un
ripopolamento, con impensabili migrazioni di genti greche, ma come dominio politico e
militare sulle popolazioni sicule. Stesso discorso andrà fatto, ad esempio, per l'analisi
del periodo detto Normanno; i Normanni presenti sull'isola saranno stati, di fatto, quelli
giunti con poche navi.
Altro saggio di Antioco e Sull'Italia, dove vengono descritte le popolazioni
stanziatesi nella parte italiana della Magna Grecia ed in Sicilia.
Le sue opere furono studiate e utilizzate da Tucidide per i propri saggi storici, ed in
seguito da Dionigi d'Alicarnasso fino ad arrivare a Strabone, al tempo dell'imperatore
Augusto (I secolo d.C.). |