Polo di Agrigento
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Valle dei TempliE' un retore e sofista da inquadrarsi nella scuola Siciliana di tali discipline, tra quelli della seconda generazione - è del 460 - 450 a.C. e nativo di Agrigento - che si è formato alla scuola di Gorgia, a sua volta allievo del siracusano Tisia. Di lui ci parla spesso Platone ( nel Fedro e nel Gorgia), e la critica moderna lo vede tendente - per gli scritti che ci sono pervenuti - a fornire giudizi negativi sull'etica giuridica. Nel Fedro, Platone, sembra indugiare sulla interpretazione da dare alla sua opera (267 c):

"E in che modo dobbiamo citare, a loro volta, i Sacrari di eloquenza di Polo e come gli epiteti composti e il linguaggio sentenzioso, e il linguaggio figurato? Che dire poi dei vocaboli di Licimnio, che questi donò a Polo per la composizione dell'opera Sul bello stile? (Fedro, Mondadori, Milano, 1951).

Dalle parole che Platone fa pronunciare a Socrate dobbiamo individuare qualche lavoro di Polo andato perduto, ma non sono i soli.

Sempre in Platone, nel Gorgia, abbiamo un Polo definito "bellissimo" ed accorato da giovanile impeto nel voler difendere il maestro Gorgia dalle osservazioni negative sulla nuova scienza della retorica: ecco quel che Polo direbbe secondo Platone (461 b,c):

"Ma che dici, Socrate? Pensi proprio questo della retorica? Siccome Gorgia ha avuto vergogna di non concederti che il retore conosca il giusto e l'ingiusto, il bello e il buono, e che costui sia ben capace di insegnarlo anche a chi non lo sa, e poiché da questa concessione è venuta fuori una certa contradizione nelle parole di Gorgia, che è quella cui tu miravi con le tue domande insidiose, vuoi dirmi, infatti, come si può non ammettere di conoscere il giusto e di essere in grado di insegnarlo agli altri? Io penso che condurre la discussione con questi mezzucci è proprio poco corretto. (Platone, Gorgia, trad. Vito Stazzone, Ed. APE, Catania, 1944)

Scrisse Polo pure un'opera sulla retorica, una techne, e sempre nel Gorgia vi abbiamo la sua enunciazione teorica (448 c):

"Molte sono le arti, o Cheronte, che praticano gli uomini, tutte formatesi alla luce dell'esperienza, poiché è proprio questa quella che fa procedere la nostra vita secondo una regola e non a caso (...). Gli uomini migliori esercitano evidentemente le arti migliori".

La Suida riferisce di altre opere di Polo, sulle stirpi di soldati che combatterono a Troia, e un trattato sulle navi greche: ma nulla di ciò è stato ritrovato dagli archeologi e riportato dai compilatori d'età più moderna.

 

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