Filemone sono padre e figlio, entrambi poeti comici, vissuti a Siracusa
nel IV e III secolo a.C. Il padre, forse figlio di Damone (Suida), soggiornando in Sicilia e ad Atene - della quale ebbe la
cittadinanza forse per meriti artistici - scrisse 97 commedie; ne sono stati ritrovati
molti frammenti, e ne abbiamo il titolo di 64 di esse. Eccone alcuni: Siciliano, L'uomo stravagante, Intromettersi,
L'inseguitore, Morire insieme, Il tesoro, La donna di Corinto, Fratelli, Il fantasma,
La vedova, La mendicante, L'uomo di Babilonia, I filosofi.
Il suo genere lo pone in rivalità con Menandro, ed ebbe un
continuatore in Apollodoro di Gela; lo stesso Plauto
si rifarà a sue opere per la stesura di Mercator, Mostellaria e Trinummus.
Ateneo cita un suo saggio tecnico: Sulle parole attiche
(646; b).
Filemone divenne famoso in vita, centenaria, in tutto il mondo greco, per come viene
attestato dal ritrovamento di una tavola di marmo (Marmo arundeliano o pario) nel 1627,
che reca incise iscrizioni di remarcabili avvenimenti della storia ateniese. Vi sono
segnati, tra l'altro, i nomi dei vincitori delle gare per
componimento drammatico: Filemone vinse più volte tali manifestazioni, ad iniziare dal
327 a.C.
Ateneo parla di un suo componimento intitolato Il Rustico (81, d). E lo cita,
assieme a dei rari frammenti di commedia: L'uomo stravagante e
L'inseguitore
. Sempre per gli argomenti culinari toccati da Ateneo e dai suoi commensali abbiamo un
frammento in tema:
"E Filemone dice ne' L'inseguitore: 'Un gambero venne servito ad Agirrius. Nello
stesso istante in cui lo vide gli urlò: - Salve, paparino mio -, e cosa fece dopo? Egli
trangugiò suo padre!'" (340; e)
Da Morire insieme ecco un altro piccolo, insignificante, frammento: "Io
acquistai un piccolo cefalo fatto al forno". (307; e)
Altri frammenti:"Filemone in Il tesoro: 'Tu non sai imbrogliarmi, maledetto, se
metti davanti questi miei occhi del pesce marcio". (385; e).
"Così Sofilo in Androclo, ed Alexis in I Locresi: 'Le due schiave versarono
acqua, l'una calda, l'altra tiepida. Così pure (dice) Filemone ne' La donna di
Corinto." (123; e).
"Ti ho accolto nella mia casa come cuoco, e non come una sfinge maschile. E'
vero, e gli dei mi sono testimoni, che non capisco assolutamente nulla di tutto ciò che
dice. Egli è giunto qui con tutto un assortimento di ringhiose espressioni".
(659; b).
Ateneo riferisce tra l'altro che sia Filemone che Apollodoro scrissero
una commedia intitolata Fratelli. Ed ancora: "Filemone in Il fantasma:
'Rosa bevve un kymbion di vino non allungato; in breve essa vi vide tutti sotto il
tavolo'". (481; d). Il frammento pare non avere senso logico, ma si dovrebbe poter
leggere di più; il kymbion è un tipo di coppa.
Da La vedova: 'Sannakra, cavallo, capra, cervi, batiakia, sannakia'. E' una presa
in giro che Filemone fa della parola persiana sannakra, che indica anch'essa una coppa.
(497; f: op. cit.)
Ateneo, proseguendo con la sua chiaccherata a tavola, giunge a toccare l' argomento
sesso nel XIII libro; i suoi colti ospiti si ritrovano a dire pure di accadimenti curiosi:
"Tale fatto è menzionato dal poeta Alexis nella commedia intitolata Un
dipinto: 'Un altro episodio consimile accadde, si dice, a Samo. Un uomo provò una
passione per una statua di donna, e si rinchiuse nel tempio'. E Filemone riferisce dello
stesso: 'Perché una volta in Samo un uomo si innamorò di una immagine di pietra: a tal
scopo si rinchiuse nel tempio (che la conservava; n.d.A.)'. Tale statua è l'opera di
Citesicle, come riferisce Adeo di Mitilene nel suo lavoro intitolato Sugli scultori".
(605, f; 606, a).
Da L'uomo di Babilonia abbiamo spunto per una lunga pagina, chiara nel suo
voler mostrare un aspetto della società ellenica, per il ruolo dato alle donne, che
continua nella scheda su Ninfodoro, alla quale rinviamo il
lettore:
"Tali persone sono pure menzionate da Filemone in L'uomo di Babilonia:
'Tu sarai regina di Babilonia, se la fortuna si muoverà in tal senso; tu hai udito di Phythionice
ed Harpalus'" (595; c). "Ma egli (Menandro; n.d.A.) divenne
furioso con essa, quando Filemone si innamorò d'una cortigiana e l'appellò 'brava' nella
sua commedia; Menandro in risposta scrisse che nessuna donna è brava". (594;
d).
La etéra Phythionice era l'amante di Harpalus, amamte sincero dello donna bella al
punto che alla morte di lei venne eretto un monumeto in Babilonia detto Afrodite
hythionice. Harpalus tempo dopo si cercò un'altra compagna nella cortigiana Glycera,
e con generosità dedicò alla donna un ritratto in bronzo in Siria, a Rhossus. La
commedia che narra di questo amore venne composta dopo la morte di Phythionice. Harpalus
fugge poi in conseguenza della accusa mossegli d'aver corrotto gli Ateniesi.
"Esiste, nel luogo ove cresce tal giunco, una fortezza sin troppo alta per gli
uccelli; sull'altro versante, a sinistra, c'è un famoso tempio di una prostituta, che
Pallide costruì prima che egli si condannasse da sé alla fuga per le sue trame.
Lì alcuni sovrani barbari, vedendolo nell'umore totalmente distrutto, lo persuasero che
essi sarebbero stati capaci di attirare dall'aldilà lo spirito di Phythionice. (...) Io
ardo d'apprendere da te, sinché vivo lontano da lì, quali fortune gestisce lo zoticone
attico, e cosa il popolo fa.
Al tempo che essi trovarono il pretesto, avevano subito una vita di schiavitù pur avendo
il necessario per nutrirsi; ma oggi essi mangiano solo veccia e finocchio; non certo
grano.
E tuttavia udii che Harpalus aveva inviato diecimila stai di grano, così quanti ne inviò
Agen che per ciò ebbe cittadinanza.
Tale grano era di Glycera, e senza dubbio garantirà morte, non considerato puro, onesto,
denaro di prostituta". (595, f: 596, a).
E qui si chiude questa altra antichissima pagina, con il ricordo di codeste vite
umanissime.
Nulla si sa del figliolo di Filemone, tranne che esercitò la stessa arte del padre. |